Museo di Palazzo Doebbing – Sutri

Entrato a far parte dei “Borghi più belli d’Italia”, Sutri è un piccolo comune laziale in provincia di Viterbo e compreso nel territorio del Parco Regionale di Bracciano e Martignano.

Incastonato su un rilievo di tufo, già ad un primo sguardo è possibile avvertire la complessità storica e lo spessore artistico che lo caratterizza.

Tra le testimonianze storiche, all’interno di un piccolo Parco Archeologico costellato di verde e di tufo, vi sono un anfiteatro romano interamente scavato su questa roccia vulcanica, una necropoli etrusca, mura medievali incorporate a quelle etrusche, un antico mitreo del III secolo d.C poi divenuto chiesa cristiana consacrata alla Vergine e, in ultimo ma non per importanza, gli adiacenti giardini di Villa Savorelli, risalenti al XVIII secolo.

Ma le bellezze di Sutrium non finiscono qui: oltre al simbolo della città rappresentato da un Efebo di 78 cm – rinvenuto nel 1912 da due contadini locali -, ci sono anche la maestosa Concattedrale in stile romanico di Santa Maria Assunta e il castello di Carlo Magno che, si dice, fu eretto per il suo soggiorno prima dell’incoronazione a imperatore presso la città di Roma.

Non mancano poi le piazze: quella del comune che ospita una fontana a quattro vasche e il palazzo comunale, dotato nell’androne e nel cortile di epigrafi romane e medievali; la piazza del Duomo, in cui da protagonista non fa solo la Concattedrale, ma anche il palazzo vescovile che dal 2017/2018 prende il nome di museo di Palazzo Doebbing.

Dopo la dominazione etrusca e quella romana, infatti, si attesta che già dal 728 il re dei Longobardi Liutprando donò Sutri e le terre circostanti al papa Gregorio II inaugurando, con quest’offerta, l’inizio del potere temporale della Chiesa.

Una piccola cessione di grande rilevanza per la storia della Chiesa e della città di Sutri che vedrà, da quel momento, la sua storia intrecciarsi con quella dello Stato Pontificio e con i suoi interessi temporali, religiosi e artistici.

Sede vescovile già dal V secolo, dopo quasi ottocento anni, tra il 1243 e 1244, diventa per breve tempo sede papale, accogliendo papa Innocenzo IV in fuga da Federico II da poco scomunicato.

Nello stesso periodo, dopo essere stata teatro di scontro tra guelfi e ghibellini, Sutri vede un rapido declino economico e demografico che la trasforma in sede marginale e rurale dello Stato Pontificio, e che comporta, nel 1435, l’unificazione della sua sede vescovile con quella di Nepi, un comune limitrofo.

Ma è circa centoventi anni dopo, nel 1556, che il palazzo vescovile sutrino diventa sede di quello che poi diverrà papa canonizzato Pio V.

La storia di celebri figure ecclesiastiche continua tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, quando Padre Joseph Bernard Doebbing viene nominato vescovo di Nepi e Sutri. Come racconta il sito ufficiale del museo (https://museopalazzodoebbing.it/), Monsignor Doebbing fu uomo di fede e di rara cultura, emblematico per la ristrutturazione del palazzo vescovile e per la promozione di opere rivolte alla collettività. Un “padre della comunità”, illuminato, che muore a Roma nel 1916.

La sede vescovile rimane dunque tale fino al 1986, nonostante lo stato di abbandono.

Tuttavia, l’oggettiva bellezza e riconoscibile potenzialità del luogo portano, negli anni 2017 e 2018, la Diocesi di Civita Castellana e la Regione Lazio a finanziare la ristrutturazione e trasformazione della sede in museo, grazie al progetto dell’architetto Romano Adolini e alla proposta del sindaco in carica Vittorio Sgarbi.

Nasce così il museo di Palazzo Doebbing: oltre mille metri quadri di superficie che, ospitando capolavori antichi e contemporanei, celebra l’arte, restituisce bellezza alla città di Sutri e ricorda, nel nome, un uomo di fede e lungimiranza.

 


Per informazioni su Sutri e museo di Palazzo Doebbing, puoi visitare il sito: https://www.comune.sutri.vt.it/

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